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Il respiro della Musica: concerto alla Certosa di Firenze

Domenica 5 luglio 2020 ore 18,30
Cortile grande della Certosa

Ricordando i 250 anni della nascita di Ludwig van Beethoven


 

Ludwig van BEETHOVEN (1770-1827)

Quartetto in Fa maggiore op.18 n.1
Allegro con brio                                                                                                             
Adagio affettuoso ed appassionato                                                                                       
Scherzo – Allegro molto
Allegro               

Quartetto Astro  
Giulio Maria Mennitti, violino I
Filippo Barsali, violino II
Simon Martin Pühn, viola
Leonardo Ristori, violoncello


Wolfgang Amadeus 
MOZART (1756-1791)

Quintetto in la maggiore per clarinetto, K. 581 “Stadler”
Allegro
Larghetto
Menuetto e Trio
Allegretto con Variazioni

Quintetto Phoenix
Aleksandar Cokic, clarinetto
Giulio Maria Mennitti, violino I
Filippo Barsali, violino II
Simon Martin Pühn, viola
Viola Zanolla, violoncello

Il Quartetto Astro nasce a Firenze nel 2019 sotto la guida della Prof.ssa Alina Company, primo violino del Quartetto di Fiesole e docente presso il Cherubini di Firenze. Ha avuto l’onore di rappresentare il conservatorio come simbolo della riapertura dopo lockdown esibendosi in un concerto il 2 giugno, riscuotendo un commosso ed entusiastico consenso da parte del pubblico.

Il Quintetto Phoenix, così chiamato per simboleggiare la rinascita dopo lockdown, si forma nel 2019 all’interno della classe di Musica da camera della Prof.ssa Flaminia Zanelli, viola del Quartetto di Fiesole e docente presso il Cherubini di Firenze. Si tratta di un gruppo molto giovane, con una somma di età che supera di poco i 100 anni in 5. Brillanti studenti di varia provenienza europea, affascinati e resi molto uniti da questa bellissima composizione di Mozart.


Si ricordano quest’anno i 250 anni dalla nascita di Ludwig van Beethoven, e pur rallentate dall’emergenza sanitaria sono moltissime le occasioni programmate per ricordarlo, non ultime quelle pensate dal Conservatorio Cherubini e dalla Certosa di Firenze, che nel nome del maestro di Bonn si uniscono nella collaborazione. Autore di una sola opera teatrale, il Fidelio un Singspiele dalla storia molto travagliata, Beethoven imprime alla musica strumentale una forza espressiva, una vastità di concezione unita ad una continua ricerca formale e sperimentale spinte fino a superare quelli che si credevano esserne i limiti naturali, che hanno fatto parlare di un prima e dopo, di un discrimine dopo il quale lo scrivere e fare musica non sarebbe stato più lo stesso, aprendo la modernità, con le sue vertigini e le sue sfide. Tra le composizioni di un catalogo misurato spiccano tre blocchi monumentali, le Sinfonie, le Sonate per pianoforte, e i Quartetti per archi, tre generi cui il musicista si rivolge da subito tanto che entro il 1800 ha già composto una decina di sonate, mentre è di quell’anno la prima sinfonia e il gruppo dei sei quartetti op.18.

Pubblicato come primo, in realtà scritto come secondo ma sottoposto dall’autore ad una profonda revisione, questo quartetto si impone da subito per tratti di profonda originalità, quelli che portano Beethoven a fare del genere, assieme alle sonate pianistiche, territorio privilegiato di ricerca nonché diario intimo. Due i momenti salienti, l’elaborazione tematica serrata del primo movimento concentrata sul primo tema spiccatamente ritmico e intervallare sul modello di Haydn cui Beethoven si riallaccia, e il patetismo vibrante ma composto dell’Adagio affettuoso e appassionato ispirato, per ammissione dell’autore, alla scena finale del Romeo e Giulietta di Shakespeare.

Il clarinetto è protagonista di alcuni degli ultimi capolavori di Mozart, oltre a questo quintetto del 1789, anno drammatico per lui, il Trio “dei birilli” e il sublime Concerto K 622 scritto pochi mesi prima della morte: tutti questi lavori sono dedicati all’amico e “fratello” massone Antonin Stadler, considerato all’epoca il più grande virtuoso dello strumento. Pur nella ricchezza della scrittura strumentale, quello che affascina è il carattere intimo impresso alla composizione che anche nei movimenti più brillanti non eccede mai in un virtuosismo ad effetto; il colore peculiare dello strumento si amalgama in un tutto con gli archi imprimendo sfaccettature coloristiche delicate, cangianti, e regalando all’ascoltatore momenti di pura bellezza senza tempo.


 

Certosa di Firenze, Via della Certosa 1, 50124 Galluzzo, Firenze
Si accede al concerto rispettando le disposizioni di sicurezza previste dall’attuale normativa.

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