Dialoghi musicali verso est

L’antica Persia, l’odierno Iran, è lo scrigno di un universo musicale e sonoro vasto e affascinante. Le origini preistoriche e la mancanza di fonti scritte, rendono misteriosa buona parte della sua origine e storia, ma è certo che i Persiani, seppero costruire, sulla memoria delle civiltà mesopotamiche, un universo artistico multiforme, eccellendo in tutte le forme d’arte come poesia, musica, danza e canto, che influenzò profondamente i greci e l’intero occidente. Il Farsi è la lingua ufficiale, parlata da circa il 60% della popolazione, mentre le minoranze linguistiche e religiose come quelle degli Azerbaijan, Baluchistan, l’Altopiano Turkmeno (iraniano), il Kurdistan (iraniano), le regioni del Golfo Persico, oltrepassano i confini territoriali. Allo stesso modo gli strumenti musicali superano le divisioni culturali e politiche, ed è per questo che strumenti come il liuto Dotar, il tamburo a cornice DAYERÈ nella provincia di Yazd, o la Viella detta Sorud nel Baluchiscan, superano i confini regionali e rappresentano una memoria che  rende più sfumata l’appartenenza nazionale e diventano identità culturale condivisa. Il Conservatorio di Firenze attraverso i Dialoghi verso Est, intende sviluppare un percorso di ricerca aperto a nuove realtà culturali in un respiro internazionale allargato, che apre a nuove forme di scambio e relazione di rete, che sono alla base di nuovi percorsi artistici e formativi. Nella giornata del 27 aprile si celebrerà la costruzione di un nuovo progetto di internazionalizzazione che vede il Conservatorio di Firenze e CICE – Centro Italo Iraniano di Cooperazione Culturale ed Economica, protagonisti nella costruzione di reti europee ed extraeuropee.