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Vistita Omaggio a Carlo Betocchi

All’Ombra de’ Cipressi… Firenze in memoria dei Poeti” è un progetto della Società ricreativa L’Affratellamento di Ricorboli aps sulla memoria e la valorizzazione culturale dei Poeti a Firenze.


In collaborazione con il Conservatorio Cherubini:

Venerdì 3 novembre 2023 ore 11.00
Cimitero di Trespiano

VISITA-OMAGGIO A CARLO BETOCCHI
a cura di Marco Marchi, docente universitario e presidente Centro Studi e Ricerche Carlo Betocchi
Letture: Lorenzo Bastida

Interventi musicali a cura del Conservatorio Cherubini

Georg Philipp TELEMANN (1681 – 1767) 
Fantasia n. 12 per flauto solo
Grave, Allegro, Dolce, Allegro, Presto
Margherita Misuri, flauto

Fantasia n. 10 per flauto solo
A tempo giusto, Presto, Moderato
Anna Berthouze, flauto

Johann Joachim QUANTZ (1697 – 1773)
Sonata per due flauti in sol maggiore
Andante, Allegro, Un poco largo, Vivace
Margherita Misuri, flauto
Anna Berthouze, flauto

Classe di Flauto del Prof. Romolo Balzani

 


Diretta video Live streaming sui canali social dell’Affratellamento
Cimitero di Trespiano
Via Bolognese 449, Firenze

Mercoledì 8 novembre 2023 ore 17.30
Teatro Affratellamento

OMAGGIO A CARLO BETOCCHI
a cura di Marco Marchi, docente universitario e presidente Centro Studi e Ricerche Carlo Betocchi
Letture: Lorenzo Bastida

Interventi musicali a cura del Conservatorio Cherubini

Claude Debussy (1862 – 1918)
Claire de Lune trascrizione per due arpe di Carlos Salzedo
Bianca Masini, Ginevra De Luca, arpa

Chanson de Bilitis
Rebecca Sammartano, Li Xingyuan, flauto
Bianca Masini, Ginevra De Luca, arpa
Momoka Kuroda, celesta

Apolline Leveque voce recitante

Classe di Musica da camera del Prof. Tiziano Mealli

 


Teatro Affratellamento
Via Giampaolo Orsini 73, Firenze
INGRESSO LIBERO

Testi delle Chansons de Bilitis

La Flûte de Pan

Pour le jour des Hyacinthies,
il m’a donné une syrinx faite
de roseaux bien taillés,
unis avec la blanche cire
qui est douce à mes lèvres comme le miel.

Il m’apprend à jouer, assise sur ses genoux;
mais je suis un peu tremblante.
il en joue après moi,
si doucement que je l’entends à peine.

Nous n’avons rien à nous dire,
tant nous sommes près l’un de l’autre;
mais nos chansons veulent se répondre,
et tour à tour nos bouches
s’unissent sur la flûte.

Il est tard,
voici le chant des grenouilles vertes
qui commence avec la nuit.
Ma mère ne croira jamais
que je suis restée si longtemps
à chercher ma ceinture perdue.

Il flauto di Pan

Per il giorno di Giacinto,
egli mi ha donato
un flauto di canne ben tagliate,
unite con cera bianca
dolce alle mie labbra come il miele.

In ginocchio davanti a me, mi insegna a suonare;
ma tremo un poco.
Poi inizia a suonare, così dolcemente
che io lo sento appena.

Non abbiamo bisogno di parole,
tanto siamo vicini;
ma si parlano i nostri canti,
e sul flauto a poco a poco
si toccano le nostre labbra.

Si è fatto tardi;
ecco, già cominciano a cantare
le rane smeraldine nella notte.
Difficilmente mia madre crederà
che sia rimasta per tanto tempo
a cercare la cintura perduta.

La chevelure

Il m’a dit: « Cette nuit, j’ai rêvé.
J’avais ta chevelure autour de mon cou.
J’avais tes cheveux comme un collier noir
autour de ma nuque et sur ma poitrine.

« Je les caressais, et c’étaient les miens ;
et nous étions liés pour toujours ainsi,
par la même chevelure, la bouche sur la bouche,
ainsi que deux lauriers n’ont souvent qu’une racine.

« Et peu à peu, il m’a semblé,
tant nos membres étaient confondus,
que je devenais toi-même,
ou que tu entrais en moi comme mon songe. »

Quand il eut achevé,
il mit doucement ses mains sur mes épaules,
et il me regarda d’un regard si tendre,
que je baissai les yeux avec un frisson.

La chioma

“L’altra notte” mi ha detto “ho sognato,
di avere la tua chioma attorno al collo.
I tuoi capelli come una nera collana
a cingermi la nuca e il petto.

Li sfioravo; e mi sembravano i miei;
e noi eravamo uniti per sempre,
con la stessa chioma, labbra su labbra,
come due piante di alloro con una radice sola.

E a poco a poco sentivo,
tanto erano intrecciate le nostre membra,
che io diventavo te
e che tu entravi in me come il mio sogno.”

Non appena ebbe finito di parlare,
mi posò dolcemente le mani sulle spalle,
con uno sguardo così tenero,
che abbassai gli occhi con un brivido.

Le tombeau des Naïades

Le long du bois couvert de givre, je marchais;
Mes cheveux devant ma bouche
Se fleurissaient de petits glaçons,
Et mes sandales étaient lourdes
De neige fangeuse et tassée.

Il me dit: “Que cherches-tu?”
Je suis la trace du satyre.
Ses petits pas fourchus alternent
Comme des trous dans un manteau blanc.
Il me dit: “Les satyres sont morts.

“Les satyres et les nymphes aussi.
Depuis trente ans, il n’a pas fait un hiver aussi terrible.
La trace que tu vois est celle d’un bouc.
Mais restons ici, où est leur tombeau.”

Et avec le fer de sa houe il cassa la glace
De la source ou jadis riaient les naïades.
Il prenait de grands morceaux froids,
Et les soulevant vers le ciel pâle,
Il regardait au travers.

La tomba delle naiadi

Attraversavo il bosco coperto di brina;
Piccoli ghiaccioli fiorivano
fra i miei capelli sul viso,
e i miei sandali erano inzuppati
di neve fangosa e compatta.

“Cosa cerchi?” Egli mi chiese
“Seguo le tracce del satiro.
I suoi piccoli passi biforcuti
simili a fori in un bianco mantello.”
Mi rispose: “I satiri sono morti.”

“I satiri e anche le ninfe.
Da trenta anni non c’era mai stato un così rigido inverno.
Le orme che vedi sono quelle di un capro.
Ma fermiamoci qui, dove sta la loro tomba.”

E con il ferro del suo bastone ruppe il ghiaccio
della fonte dove una volta ridevano le naiadi.
Prese alcuni freddi frammenti,
e sollevandoli verso il pallido cielo,
vi guardò attraverso.

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